5 settembre 2010

Di solito ho da far cose più serie, costruir su macerie, o mantenermi viva.

Oggi canticchio.

E il dubbio si riversa puntuale su quel fluire in cantilena di erre mal pronunciate e di non detti avvelenati vomitati efficacemente su una moquette di suoni : ma se io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, farei lo stesso?

Scelte che avide chiedono altre scelte, conseguenze che inaspettate reagiscono a catena, risvolti  che insperati ti salutano.
Il vecchio che imperterrito lotta contro il nuovo, il nuovo che euforico ed egocentrico pretende tutto lo spazio per sè.
E poi quel che ne resta, ora.

Ne è valsa la pena?

Rimane certo quell'espulsione da cartellino rosso. Quell'amarezza del perso.
Eppur si affaccia la gioia di imprevedibili giornate di mare, di chi rimane, di chi scrive di te, di viaggi a quattro, di viaggi a due, di una serata che sfoca la confusione, dell'amore che toglie e ridà il sorriso.
Nuovo 1 a 0 nella partita contro quell'obsoleto che rifiuta di rinnovarsi.

E ora non canticchio più, ma urlo velenosa contro quel dubbio.

Sì.