6 marzo 2012

Il brevetto

Un viaggio in treno di cinque ore può chiarire molte cose.
Io, ad esempio, ho deciso cosa farò da grande: brevetterò un aggeggio.

Simile ad un fermacarte, ma molto, molto più pesante: dovrà essere in grado di fermare il tempo. Dovrà avere un che di aspirapolvere, ma molto, molto più potente: mi impongo che sappia intrappolare anche la più microscopica briciola di felicità.
Ci metterò un pulsante, con scritto avvia.
Avvia e il tempo che corre è invece fermo e la minuscola felicità di un attimo è in trappola. 

Vi faccio un esempio.
Avvia e una passeggiata notturna in una grande città ormai addormentata resta eternamente a disposizione, come una fotografia, certo, ma pronta ad essere ripercorsa.
Avvia e il chiacchiericcio sguaiato davanti ad un'anatra caramellata non ha scampo, e diventa eterno, pronto ad essere rigustato.
Avvia e un viaggio in treno non dura più cinque ore, ma un cinque moltiplicato, e allora sai quante cose vengono chiarite.

Che poi è un po' come diceva il giovane Caulfield.

Certe cose dovrebbero restare come sono.
Dovreste poterle mettere in una di quelle grandi bacheche di vetro e lasciarcele.
So che è impossibile. Ma è un gran peccato lo stesso.