22 dicembre 2011

Ulisse

Mia cara amica linguista,
ti copio, lo giuro, per oggi solo e mai più, ma come posso parlare di lei senza rendere conto di quel desiderio che il suo nome trascina?
Non posso, del resto, aspettare domani per averla con me come spesso canticchio, è arrivata già ieri pur senza invito, e ancor oggi, insolente, permane, e non smette di farsi di notare.
Povera me, altro non è che l'unione del Νόστος, il ritorno al paese, e quel dolore che è Άλγος, eppure sconcerta e disarma e rattrista.


Tutte le volte che ci vediamo mi pare che il tempo non sia passato e questo mi rende felice.
Si chiama nostalgia.

2 commenti:

  1. :) e chi sarebbe questa amica linguista? ;)
    Bello questo post, Freda cara, goditi la tua nostalgia, ma senza coltivarla troppo.
    ;)

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  2. e ho anche capito, a scoppio ritardato, la citazione di De Andrè. :*

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